Anno difficile per le comunità cristiane in Tanzania

Siamo quasi alle porte del 2014 e il bilancio di quest’anno per le comunità cristiane in Tanzania è a dir poco terribile.

Il 2013 ha visto crescere in maniera esponenziale una brutale violenza da parte di alcuni gruppi estremisti islamici. La denuncia di questa situazione è avvenuta tramite la Ong “Barnaba Team” che da anni si batte per difendere i cristiani e la libertà religiosa nel mondo e che monitora costantemente la situazione in Tanzania. Solo quest’anno ci sono state ben 52 false denunce contro pastori cristiani e sacerdoti, che si son dovuti difendere in tribunale da accuse di blasfemia verso il mondo islamico e da conversioni e battesimi forzati ai “danni” di bambini musulmani.
Al di fuori delle aule giudiziarie, la violenza di questi gruppi militanti islamici, si esplica attraverso efferati attacchi sanguinari, come la decapitazione del
reverendo Mathayo Kachila a Buseresere, a febbraio scorso; diversi laici e pastori sono stati amputati e uccisi a colpi di machete; a settembre Joseph Anselmo Mwagambwa è stato sfigurato con l’acido e questi solo per citarne alcuni…

A quanto attestano le fonti, i gruppi estremisti implicati in questi attacchi contro gli esponenti cristiani, sono fondamentalmente due: “Uamsho” , ovvero “il risveglio”, organizzazione separatista islamica che lotta per l’indipendenza di Zanzibar e “al-Shabaab”, gruppo militante islamico con sede in Somalia.

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